Bolzano, Göttingen, 10 ottobre 2025
In occasione della Giornata della resistenza indigena, il 12 ottobre, l’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) richiama l’attenzione sulla crescente criminalizzazione degli attivisti indigeni in Ecuador. Da settimane le comunità indigene, guidate dalla Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (CONAIE), protestano contro i nuovi progetti minerari e infrastrutturali. Durante le manifestazioni in tutto il Paese si sono verificati violenti scontri con le forze di sicurezza, nel corso dei quali il rappresentante Kichwa Efraín Fueres è stato ucciso davanti alle telecamere. I rappresentanti dei popoli indigeni sono spesso l’ultima linea di difesa per il clima e la biodiversità. Gli attivisti pagano spesso un prezzo elevato per la protezione dell’ambiente dallo sfruttamento da parte delle grandi aziende e dei governi, nel peggiore dei casi con la loro vita. Nel corso delle proteste, diversi attivisti sono stati arrestati e accusati di terrorismo, un’accusa che viene utilizzata per intimidire i movimenti sociali.
Contemporaneamente, il governo ecuadoriano ha ordinato il blocco dei conti delle principali organizzazioni indigene, tra cui la Fundación Pachamama. La sua presidente, Belén Páez, è accusata di “arricchimento illecito”. Gli osservatori internazionali ritengono che il procedimento abbia motivazioni politiche. È stata vietata anche un’emittente televisiva delle comunità Kichwa. Questa criminalizzazione mira a indebolire la società civile e a spezzare la resistenza contro i grandi progetti estrattivi.
Il Forum permanente delle Nazioni Unite per le questioni indigene (UNPFII) ha già invitato il governo ecuadoriano di Daniel Noboa a porre fine agli arresti arbitrari e a rispettare i diritti dei popoli indigeni. Tuttavia, è stato dichiarato lo stato di emergenza, che consente il coprifuoco notturno e le restrizioni di viaggio. Nel frattempo, il governo sta lavorando a una revisione della Costituzione: vogliono indebolire la protezione della natura e l’autodeterminazione indigena che vi sono garantite. Quello a cui stiamo assistendo è un regresso di decenni. I leader indigeni vengono intimiditi, mentre le compagnie minerarie, petrolifere e agricole possono sfruttare e distruggere senza ostacoli. Lo Stato ecuadoriano ignora i suoi obblighi costituzionali e gli impegni internazionali.
Secondo il rapporto dell’organizzazione Global Witness, solo lo scorso anno sono stati uccisi almeno 142 difensori dell’ambiente in tutto il mondo, più di un terzo dei quali in America Latina. La Giornata della resistenza indigena ci ricorda che i popoli indigeni non sono stati solo vittime della colonizzazione, ma continuano ancora oggi a lottare in prima linea per i diritti umani, l’ambiente e la democrazia.