Bolzano, Göttingen, 4 settembre 2024
In occasione della Giornata dell’Amazzonia (5 settembre), l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) mette in guardia dalla distruzione di importanti ecosistemi adiacenti e dalla minaccia rappresentata dagli incendi boschivi devastanti per le popolazioni indigene che vi abitano. Gli attuali incendi forestali dimostrano drasticamente quanto la regione amazzonica sia strettamente connessa con le ecoregioni vicine, come la Chiquitanía. La distruzione delle foreste nelle aree protette di Bajo Paragua e Noel Kempff Mercado in Bolivia ha un impatto diretto sulla stabilità della regione amazzonica e quindi indirettamente sul clima globale. Queste aree sono ora gravemente minacciate.
Secondo la Fondazione boliviana per la conservazione della foresta secca della Chiquitanía (FCBC), sia l’area protetta e il territorio indigeno di Bajo Paragua sia il vicino Parco nazionale Noel Kempff Mercado, patrimonio mondiale dell’UNESCO, ospitano una biodiversità unica e svolgono un ruolo centrale nella conservazione della biodiversità nel bacino amazzonico, in quanto corridoio di aree protette tra la foresta secca tropicale della Chiquitanía e la foresta amazzonica. La regione svolge anche una funzione fondamentale per le comunità indigene che vi abitano in termini di stile di vita. Qui vivono le comunità indigene di Florida, Picaflor, Porvenir e Piso Firme. Queste comunità sono in prima linea quando si tratta di proteggere le loro foreste e conservare la biodiversità. Il loro stretto rapporto con la natura e la loro responsabilità per la gestione sostenibile della loro terra sono essenziali per questo.
Il fuoco non minaccia solo i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigene, ma anche la loro identità culturale e la loro conoscenza di questi ecosistemi unici. Il loro uso sostenibile della terra offre un’alternativa al modello di sviluppo distruttivo che sta distruggendo le foreste e aggravando ulteriormente la crisi climatica. Ci sono anche altre drastiche conseguenze per gli abitanti. Ogni anno, per mesi, sono esposti ai fumi tossici, che causano gravi problemi di salute. Le scuole vengono chiuse per mesi e mesi e i bambini sono costretti a rimanere da soli nelle loro case mentre i genitori rischiano la vita per combattere le fiamme. Chiediamo al governo boliviano e alla comunità internazionale di intervenire immediatamente per contenere le cause degli incendi e proteggere le popolazioni indigene e le aree protette colpite.
A lungo termine, è necessario un ripensamento della politica climatica. Concentrarsi solo sull’Amazzonia non è sufficiente. Una protezione climatica sostenibile deve includere anche gli ecosistemi vicini, come la foresta secca della Chiquitanía, e lavorare insieme alle comunità indigene a livello locale.
Gli incendi di quest’anno nella regione amazzonica e nelle aree limitrofe sono particolarmente intensi e sono iniziati insolitamente presto: secondo un’analisi dell’ONG Tierra, solo in Bolivia sono già stati distrutti più di 4 milioni di ettari di terreno. I primi incendi sono stati segnalati già a giugno e ad agosto se ne contavano quasi 2.000 in tutto il Paese, un aumento allarmante rispetto agli anni precedenti. Questo sviluppo è favorito da una combinazione di condizioni climatiche estreme, come la siccità prolungata e i forti venti, ma anche dall’intervento umano, come l’incenerimento illegale e la speculazione fondiaria.