Welcome at the website of Associazione per i popoli minacciati. Your currently used browser is outdated, probably insecure, and may cause display errors on this website. Here you can download the most recent browsers: browsehappy.com

News

Tutti
  • Tutti
  • 2025
  • 2024
  • 2023
  • 2022
  • 2021
  • 2020
  • 2019

11.11.2025 | Bosnia ed Erzegovina, Sarajevo

Italia-Bosnia: cecchini italiani coinvolti negli omicidi. Anche italiani e altri europei hanno partecipato all’assedio serbo di Sarajevo

7.11.2025 | Diritti umani, Popoli indigeni, Russia, Russland

Russia: APM/GfbV critica l’introduzione delle festività dedicate alle popolazioni indigene definendola una pura farsa

30.10.2025 | Iraq, Minoranze religiose

15 anni dopo il devastante attentato alla Cattedrale di Baghdad (31 ottobre) – I Cristiani in Medio Oriente continuano ad essere minacciati

28.10.2025 | Diritti umani, Masai, Tanzania

Elezioni presidenziali e parlamentari in Tanzania (29 ottobre) – Si aggrava la situazione dei diritti umani dei Masai: aumento degli sfratti e della repressione

20.10.2025 | Armenia, Nagorno-Karabakh

“Ha contribuito in modo determinante al riconoscimento del genocidio degli Armeni” – L’Associazione per i popoli minacciati si congratula con Tessa Hofmann per il conferimento della Croce al merito

17.10.2025 | Marocco, ONU, Saharawi

Giornate di azione per il Sahara occidentale 2025: “50 anni di occupazione – 50 anni di resistenza”

16.10.2025 | Crimea, Russia, Russland, Tatari di Crimea, Ucraina

Escalation della persecuzione russa in Crimea: preoccupazione per donne tatare di Crimea arrestate

13.10.2025 | Popoli indigeni, Unione Europea

Ricatto invece di responsabilità – La commissione giuridica vota a favore di un taglio drastico alla direttiva UE sulla catena di approvvigionamento

Carica di più

Brasile: la marcia delle donne indigene. Le donne indigene guidano la resistenza in Brasile

Bolzano, Göttingen, 14 agosto 2019

Marcia delle donne indigene in Brasile come resistenza alla politica repressiva di Bolsonaro. Foto: Eliane Fernandes / GfbV.

Dal 9 agosto, il “Forum nazionale delle donne indigene” si svolge nella capitale del Brasile. Sotto il titolo “Territorio: il nostro corpo, il nostro spirito”, 2000 donne indigene discutono dei metodi per affermare i loro diritti. Fanno rete per resistere al governo del presidente di ultradestra Jair Bolsonaro. Bolsonaro ha ripetutamente affermato di voler duramente limitare i diritti degli indigeni e di voler colpire la terra indigena a favore delle grandi società agrarie. A conclusione dell’incontro di oggi, 14 agosto, è prevista una marcia delle donne indigene a Brasilia.

Le popolazioni indigene brasiliane stanno resistendo alle politiche repressive di Bolsonaro che minacciano i loro diritti fondamentali e il loro stile di vita. In questo movimento le donne svolgono un ruolo fondamentale. La nostra responsabilità sta nel rendere visibile il loro ruolo centrale per la difesa dei propri diritti e riconoscere il loro impegno: questo servirà anche da modello per altri movimenti sociali.

Il “Forum nazionale delle donne indigene” è stato pianificato e approvato ad aprile nel campo di protesta indigeno “Acampamento Terra Livre” (ATL). Nell’ATL erano in primo piano i diritti dei territori indigeni, particolarmente minacciati da Bolsonaro, come ricorda Regina Sonk, referente dell’Associazione per i popoli minacciati, che ha partecipato al campo di protesta di aprile. Di recente il FUNAI, l’autorità indigena per la distribuzione della terra è stata di fatto esautorata. Da allora, la deforestazione della foresta pluviale ha raggiunto proporzioni senza precedenti. Gli attacchi ai leader indigeni sono in aumento, le possibilità per le ONG si stanno riducendo. Pertanto è particolarmente importante che il forum delle donne sia in linea con le richieste dell’ATL e attiri l’attenzione sull’attuale situazione drammatica con marce e altre azioni a livello internazionale.

Lunedì centinaia di donne indigene hanno occupato l’edificio del Segretariato speciale per la salute indigena (SESAI) a Brasilia. Chiedono un maggiore finanziamento di questo ufficio. Il governo di Bolsonaro aveva sospeso i pagamenti per diversi mesi. Di conseguenza, l’assistenza sanitaria a migliaia di indigeni in aree remote è stata fortemente limitata. Donne, bambini e anziani sono particolarmente dipendenti dal SESAI per le loro cure mediche. Lunedì, durante una manifestazione davanti alle autorità, la leader indigena Sônia Guajajara ha detto: “Resistiamo per poter esistere. Qui a Brasilia ci sono donne che rappresentano un totale di 115 nazioni indigene che, tutte insieme, non accetteranno mai le pratiche di questo governo. Per i nostri antenati e per le generazioni future, continueremo a difendere i nostri diritti.

Nell’ambito del forum le donne indigene non solo si collegano tra loro. Sono infatti previste azioni congiunte con il movimento dei lavoratori (non indigeni) “Margaridas”, compresa una marcia finale congiunta.