Di Thomas Benedikter

«La guerra non la vince nessuno», affermano i pacifisti della Rete Disarmo, dimenticando che l’Ucraina oggi farebbe parte dell’impero russo se non si fosse difesa
Leggendo l’appello della Rete Pace e Disarmo «Europa di pace per tutti i popoli», diffuso la settimana scorsa anche dal Centro per la Pace di Bolzano, mi è venuto il dubbio di non vivere nello stesso mondo. Un appello che non cita mai la causa della guerra in Ucraina, che, come semplice modo di fare pace, non chiede alla Russia di sospendere immediatamente ogni aggressione contro il suo popolo vicino.
«La scelta armata fatta per difendere l’Ucraina dall’invasione russa, ha portato da 3 anni ad uno stallo evidente», si scrive. Quale altra scelta i pacifisti avrebbero generosamente concesso all’Ucraina? Prostrarsi subito? «La via militare è un fallimento, è l’evidenza dei fatti», afferma la Rete Pace e Disarmo, ma sicuramente sono gli ucraini aggrediti che ne avrebbero fatto a meno, ma continuano a resistere e a difendere la loro libertà, i loro diritti e l’autodeterminazione, valori che il testo dell’appello pacifista non cita con una riga.
Con «pace» i pacifisti sembrano intendere la resa delle armi incondizionata ed immediata, la cessione di tutti i territori occupati, nessun riconoscimento dei crimini di guerra compiuti dagli aggressori, perfino la rinuncia alla propria sicurezza come stato e popolo in futuro. Una pace da suddito vassallo?
Ucraina, una facile preda
Forse gli autori di questo appello neanche si rendono conto che l’attacco a questo paese sovrano è stato lanciato perché l’Ucraina non aveva tutti i mezzi militari per difendersi. L’Ucraina è sopravvissuta a malapena grazie al sostegno militare europeo-americano con grandissimi sacrifici propri, ma ora sta per essere sganciata dagli USA, il principale fornitore d’armi.
La Russia ha invaso l’Ucraina anche perché sembrava preda facile, non sufficientemente armata o protetta da garanzie internazionali. Una tipica strategia di Vladimir Putin, già seguita in Cecenia, Georgia, Crimea, nella guerra di Assad contro l’opposizione siriana. Se l’Ucraina già nel 2018 fosse stata paese membro della NATO, come aveva richiesto e scritto nella sua Costituzione, l’invasione non avrebbe potuto esserci. L’apparente mancanza di protezione militare ha invitato la Russia all’invasione a tutto campo, non l’effettiva capacità di autodifesa armata di un paese sovrano a cui l’Ucraina comunque ha un suo diritto. Tutto ciò nel credo dei pacifisti non sembra contare.
L’Ucraina ora si trova fra l’incudine e il martello di uno stato fino a ieri alleato che ora, governato da Donald Trump, tende a stringere un accordo con Putin, probabilmente mettendo ai margini anche i paesi europei. L’Ucraina, ricattata da Trump, dovrà rinunciare a parte del suo territorio, ma dovrà anche rinunciare alla condizione centrale per la sua stessa sopravvivenza, cioè a garanzie chiare e sufficienti di difesa militare all’interno di un sistema di sicurezza garantito da tutti i paesi europei e da istituzioni internazionali?
Alleanza europea per la difesa
Due cose in questa situazione sembrano scontate. Primo, se i paesi NATO europei vogliono avere un posto al tavolo delle trattative di pace per l‘Ucraina, dovranno impegnarsi di più sul piano militare. Dovranno sostituirsi in buona parte agli USA nel sostegno al paese aggredito nella sua capacità difensiva contro la Russia che non rinuncerà ai suoi interessi imperialisti neo sovietici.
Secondo, dovranno assumersi più responsabilità per garantire la pace o il cessate il fuoco impegnando proprie truppe di interposizione lungo la nuova cortina di ferro che nascerà nell’est dell’Ucraina. E tutto questo non è fattibile senza un impegno militare comune europeo molto robusto e sostenuto. Quindi buoni motivi per dotarci di un programma comune di difesa dell’Europa libera.
In parole povere: dopo l’aggressione del regime russo su vari fronti, non solo quello ucraino, per tutti gli europei in fondo dovrebbe essere più chiaro che vivere in paesi più liberi, prosperi, socialmente stabili, democratici e di diritto ha un costo. E lo ha anche il sistema di diritto internazionale alla base della pace e dell’ordinamento internazionale, che va difeso. Altrimenti si imporrà ancora la legge del più forte. Per la Russia le carte e le delibere dell’ONU sono carta straccia. Con un «alleato» inaffidabile da un lato, e una dittatura disposta a tutto dall’altra, come europei resteremmo ricattabili.
Costruire la pace con le armi
Cina, USA e Russia farebbero i loro affari con noi europei come spettatori inermi. Figuriamoci un’Europa indifesa, non capace di affrontare l’energia criminale del sistema Putin, non capace di far sopravvivere un’Ucraina libera. Altroché «Europa di pace per tutti i popoli», come invocato dall’appello pacifista.
Ora, con Trump al governo degli USA, l’Europa è costretta a farsi carico maggiormente della propria sicurezza. Dovrà riguadagnare tanto terreno perso in decenni di troppa fiducia nell’alleato transatlantico. In prospettiva, gli USA saranno sempre più tesi a scaricare i costi della difesa europea sulle spalle degli europei. Non hanno del tutto torto. Per decenni i paesi europei hanno trascurato la propria sicurezza in termini militari e si sono fidati troppo sia di strategie di pace nei confronti della Russia per via del commercio e della diplomazia da una parte, dall’altra parte dello scudo nucleare americano. Recuperare più autonomia come continente libero significa fare più sforzi per una difesa efficace, più armi, più personale, più coordinamento degli armamenti, ma una anche una propria strategia militare comune e soprattutto un’unione politica basata sulla volontà di difendersi.
Paradossalmente, solo questo consentirà all’Europa di avere un nuovo ruolo di pace nel mondo – come invocato dai pacifisti – ma non il disarmo unilaterale, quindi una capitolazione ex ante davanti a chi continuamente aggredisce il sistema di diritto internazionale. Solo questo ci consentirà non solo di prestare aiuto a quei paesi che più si trovano esposti a pressioni e minacce reali, ma anche a garantire il sistema di regole internazionali alla base della pace. L’Europa di pace del futuro non si costruisce con tante frasi ingenue e gratuite per la pace e il disarmo, ma si costruisce riaffermando l’ordinamento internazionale e rafforzando la capacità di autodifesa.
– Appello di Rete Pace Disarmo >>> www.retepacedisarmo.org/2025/europa-di-pace-per-tutti-i-popoli/