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Elezioni russe in Crimea (15 marzo). Dopo 10 anni di annessione demografia completamente cambiata

Bolzano, Göttingen, 14 marzo 2024

Nel 2016, l'Associazione per i Popoli Minacciati ha lanciato un appello all'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa affinché non dimentichi i prigionieri politici in Crimea. Foto: GfbV

Le elezioni presidenziali russe di quest’anno si tengono per la prima volta nelle zone dell’Ucraina attualmente occupate dall’esercito russo. Putin viene eletto per la seconda volta in Crimea, che è stata annessa in violazione del diritto internazionale dieci anni fa. Questa farsa ha il solo scopo di dimostrare che la Russia ha una presa salda sulla Crimea. Per dieci anni, il regime di Mosca ha perseguito una politica aggressiva di russificazione. Di conseguenza, 800.000 cittadini russi sono stati reinsediati in Crimea, mentre circa 50.000 tatari di Crimea sono stati costretti a fuggire per paura di essere perseguitati.

La popolazione tatara di Crimea, in particolare, è stata sistematicamente perseguitata dopo l’annessione. Su 186 prigionieri politici della Crimea in custodia russa, 116 sono tatari di Crimea. 19 giornalisti tatari di Crimea sono stati arrestati dal 2014. 16 di loro sono attualmente ancora in carcere, spesso condannati a 14 o 15 anni. Dall’attacco russo all’intera Ucraina nel 2022, gli avvocati tatari di Crimea in particolare sono stati deliberatamente perseguitati. A molti è stata revocata la licenza. Prima dell’annessione, c’erano quattro media tatari di Crimea: il primo canale televisivo tataro di Crimea ATR, l’agenzia di stampa QHA, il giornale Avdet e la stazione radio Meydan FM. Dopo l’annessione, sono stati tutti banditi e i giornalisti sono dovuti fuggire o sono stati perseguitati.

Per la seconda volta nella storia recente, per molti tatari di Crimea è in gioco l’esistenza della loro nazione: nel 1944 furono deportati collettivamente dall’Armata Rossa di Stalin e circa il 44% dei deportati morì. Oggi sono sparsi in tutto il mondo e cercano disperatamente di preservare la loro lingua, la loro cultura e la loro identità. I Tatari di Crimea si considerano parte integrante della società ucraina. Promuoverli e sostenere le loro iniziative è un compito che spetta anche all’Europa, dopo che la politica dell’UE li ha lasciati indifesi di fronte agli occupanti russi dieci anni fa.