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Russia: processo contro Oleg Orlov sotto oscuri auspici. Grande preoccupazione per il difensore russo dei diritti umani

Bolzano, Göttingen, 21 febbraio 2024

GfbV e Memorial protestano davanti all'ambasciata russa a Berlino, 20 febbraio 2024. Foto: Nora Erdmann / GfbV.

L’Associazione per i popoli minacciati (APM) osserva con grande preoccupazione il processo odierno contro Oleg Orlov a Mosca. La conclusione del processo è prevista per lunedì prossimo. La situazione di Oleg Orlov sta diventando sempre più pericolosa e una condanna sempre più probabile. Insieme alla sua organizzazione Memorial, chiediamo che il difensore dei diritti umani venga assolto.

Il processo contro Orlov, cofondatore dell’organizzazione per i diritti umani MEMORIAL, che ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 2022, è in corso dall’8 giugno 2023. L’attivista per i diritti umani, stimato a livello internazionale, è stato inizialmente giudicato colpevole di “screditare l’esercito russo” e condannato a una multa. Ha fatto ricorso contro questa sentenza per ottenere l’assoluzione. Anche l’ufficio del Pubblico Ministero ha presentato ricorso e ha inasprito le accuse: ora Orlov è accusato di “odio politico e ideologico contro la Federazione Russa” ed è determinato a ottenere una condanna al carcere. Il 70enne rischia subito tre anni di carcere. I suoi colleghi temono che questa condanna diventi ancora pesante. La detenzione in un campo di prigionia russo può significare un omicidio a rate, come nel caso di Alexei Navalny. La morte del politico dell’opposizione lo ha reso ancora una volta più evidente. I prigionieri politici in Russia sono fondamentalmente ostaggi del sistema di Putin. Sono esposti in modo indifeso all’arbitrio e alla tortura e si vedono negare i diritti umani fondamentali. Oleg Orlov ha respinto le accuse mosse contro di lui definendole assurde e invocando i suoi diritti costituzionali.

Il processo d’appello è iniziato il 16 febbraio 2024, giorno dell’annuncio della morte di Navalny, che Orlov ha definito un omicidio. Poco prima del nuovo processo, Orlov è stato anche inserito nel registro degli agenti stranieri. Lui stesso ha spiegato: “Non mi è chiaro come possa difendermi in queste condizioni. Mi è impossibile convocare in tribunale testimoni ed esperti che potrebbero ancora una volta dimostrare la mia innocenza o presentare ulteriori prove. I rischi per coloro che compaiono in mia difesa sono purtroppo già molto concreti. Non posso e non voglio aumentare tali rischi. Pertanto, non chiederò che i testimoni della difesa e i periti che potrebbero fornire prove per l’accusa siano esaminati in tribunale. E proibisco alla mia difesa di farlo”.

Il verdetto del tribunale è previsto per lunedì 26 febbraio 2024. Orlov non prenderà parte al procedimento fino ad allora, ma intende solo fare la dichiarazione conclusiva a cui ha diritto.

Ieri c’è stata un’azione di protesta davanti all’Ambasciata russa a Berlino. Un’altra azione di protesta avrà luogo domenica 25 febbraio dalle 16.00 alle 17.00.