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Ingerenza irachena nelle questioni dei cristiani: il governo centrale vuole indebolire la Chiesa caldea

Bolzano, Göttingen, 19 luglio 2023

Il monastero di Rabban Ormisda nei pressi di Alqosh nel nord dell'Iraq. Foto: wikipedia

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) condanna i tentativi del governo iracheno di espropriare e depotenziare la Chiesa cattolica caldea. Da qualche tempo, il governo sta cercando di vendere le proprietà della Chiesa alle milizie cristiane. Queste milizie, fondate nel 2014 per combattere lo “Stato Islamico” (IS), sono sotto il controllo del governo di Baghdad, che ne paga anche gli stipendi.

Il governo centrale sta strumentalizzando queste milizie per rompere le strutture della Chiesa caldea, che sono state provate e testate per secoli. Questa interferenza negli affari interni dei cristiani sta avvenendo senza il sostegno della comunità cristiana in Iraq e causerà conflitti. L’affermazione del governo di voler separare Stato e religione non è altro che un pretesto. In realtà, alcuni membri del governo sono strettamente legati ai chierici sciiti dell’Iran e altri ai governanti sunniti della Turchia. Il capo della Chiesa cattolica caldea, il patriarca Louis Raphael Sako, ha annunciato che lascerà la sua sede a Baghdad per ritirarsi in un monastero nel Kurdistan iracheno. Con questo passo, il più alto dignitario della cristianità in Iraq vuole protestare contro le interferenze del governo centrale iracheno.

Nel frattempo le due potenze regionali Iran e Turchia spesso cooperano e lottano per intensificare la propria influenza in Iraq o in Siria. Ognuna sostiene le proprie milizie, come l’IS e Hezbollah, che a loro volta travolgono la regione con la violenza. Queste guerre per procura tra regimi islamisti concorrenti sono in corso anche in Yemen e in Sudan. Sia gli islamisti sciiti che quelli sunniti vogliono introdurre la sharia ovunque in Medio Oriente. Questo rappresenta un pericolo mortale per tutte le minoranze religiose come quelle cristiane, yezidi, mandei, alevi, drusi, ebrei o bahai. La Repubblica islamica dell’Iran e il regime della Turchia, dominato dal partito islamista AKP, dimostrano che l’islamismo sciita o sunnita rappresenta un grande pericolo anche per le donne e per la maggioranza dei musulmani.