Bolzano, Göttingen, 3 aprile 2025

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha reagito con indignazione all’accoglienza in Ungheria del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ricercato dalla Corte penale internazionale (CPI): Viktor Orbán non crede nella giurisdizione internazionale e si unisce così alla schiera dei becchini del diritto internazionale universale: Putin, Trump e i loro compagni di viaggio. Questo pone tutti i partner dell’UE di fronte a un obbligo ancora più grande nel difendere le istituzioni che proteggono le nostre regole e norme.
Nel caso specifico della Germania, il futuro governo tedesco ha il dovere di proteggere e rafforzare la Corte penale internazionale, il primo tribunale internazionale permanente della storia. La dichiarazione di Friedrich Merz, secondo cui avrebbe permesso a Netanyahu di entrare e uscire dalla Germania senza essere arrestato, è fatale. Questa dichiarazione deve essere ritrattata.
È particolarmente importante che gli Stati membri della Corte penale internazionale non applichino due pesi e due misure in questo contesto: un mandato d’arresto contro Netanyahu deve avere la stessa validità di un mandato d’arresto contro Putin. La CPI è inoltre chiamata a procedere nel modo più neutrale e obiettivo possibile. Altrimenti si espone all’accusa di usare due pesi e due misure e, ad esempio, alla legittima domanda sul perché il presidente turco Erdoğan non sia indagato.
La notte del 3 aprile, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato in Ungheria per una visita. Come tutti gli Stati membri della Corte penale internazionale, l’Ungheria è obbligata ad arrestare Netanyahu non appena entra in territorio ungherese.