Bolzano, Göttingen, 10 dicembre 2024
In occasione della giornata internazionale per i diritti umani, alla luce della ripresa della guerra civile in Siria e dell’avanzata degli islamisti sostenuti dalla Turchia, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede un maggiore impegno delle istituzioni a favore di profughi e rifugiati civili in fuga dai combattimenti e soprattutto la fine di quella che è, de facto, la politica di blocco degli aiuti umanitari per le aree controllate dalle Forze Democratiche Siriane (SDF) nel nord e nel nord-est della Siria.
Secondo le nostre fonti sul campo, 50.000 rifugiati da Aleppo e Afrin sono già arrivati nella regione controllata dall’Amministrazione autonoma della Siria settentrionale e orientale (AANES). Circa 120.000 persone sono attualmente ancora in fuga e devono essere accolte. Tutte queste persone hanno urgente bisogno di tende, cibo, medicine e sostegno psicologico. Molti sono dovuti fuggire più volte negli ultimi anni, lasciandosi alle spalle tutto ciò che avevano.
Nello specifico soprattutto la Germania blocca da anni qualsiasi aiuto umanitario per i curdi in Siria, in modo particolare per le aree controllate dall’AANES, perché il sovrano turco Recep Tayyip Erdoğan si oppone fermamente. I funzionari del Ministero degli Esteri tedesco stanno evitando qualsiasi azione o dichiarazione che possa turbare Erdoğan. Sono ormai tanti i governi europei che, in qualche modo, permettono a Erdoğan di andare avanti senza ostacoli. L’UE è obbligata a rispettare i principi del diritto internazionale e dei diritti umani. Parlando con le persone sentiamo che la gente vuole più solidarietà e più impegno per i curdi, gli assiri/aramaici, gli armeni, i cristiani, i drusi, gli yazidi che soffrono in Siria.
Dopo la conquista di Aleppo e delle aree circostanti da parte degli islamisti siriani finanziati, armati e sostenuti da Erdoğan e dall’islamismo sunnita internazionale, ci sono ancora centinaia di migliaia di curdi e di membri di altre minoranze religiose ed etniche ad Aleppo, soprattutto nei quartieri di Sheikh Maksud e Al Ashrafia, nel nord della città.
Tutta l’Unione europea deve esercitare urgentemente pressioni sul partner della NATO Erdoğan e sugli islamisti siriani, affinché cessino immediatamente i loro attacchi contro i quartieri curdi di Aleppo, ma anche contro le aree AANES nel nord-est del Paese. Oltre agli attacchi quotidiani della Turchia, soprattutto con droni da combattimento, lo “Stato Islamico” (IS), che ha ancora molte cellule nel deserto siriano, potrebbe lanciare nuovi attacchi sul territorio dell’AANES. Nell’area dell’AANES vivono circa sei milioni di persone di diverse etnie e comunità religiose. Il territorio dell’AANES è anche minacciato dalle milizie sciite radicali sostenute dall’Iran.
Chiediamo infine che la Provincia Autonoma di Bolzano dia seguito alla solidarietà espressa nel 2016 e nel 2018 con le due mozioni a favore della convivenza realizzata nell’area della Siria del Nord:
– Mozione n. 663/16 della Provincia Autonoma di Bolzano “Solidarietà e sostegno alla popolazione e alle esperienze democratiche nel territorio di Rojava”
https://www.landtag-bz.org/it/atti-politici/419251 – [PDF] https://api-idap.landtag-bz.org/doc/IDAP_504261.pdf
– Mozione n. 880/18 “Solidarietà con la regione autonoma Rojava/Siria del nord – Fermiamo l’avanzata militare turca verso Afrin”
https://www.landtag-bz.org/it/atti-politici/504168 – [PDF] https://api-idap.landtag-bz.org/doc/IDAP_508535.pdf