Bolzano, Göttingen, 7 febbraio 2025

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) è sconcertata dal decreto di sanzioni del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dalle sue accuse contro la Corte penale internazionale (CPI). Il decreto apre la porta all’impunità. Smaschera la pretesa degli Stati Uniti di impegnarsi per la giustizia a livello mondiale come pura retorica e non è assolutamente degno di una potenza mondiale. I governi europei devono reagire immediatamente insieme ai propri alleati internazionali. Bisogna rafforzare la giustizia penale internazionale e il diritto penale internazionale e promuoverne l’ulteriore sviluppo. Il rafforzamento dei regimi autoritari è una minaccia per la libertà e la democrazia in tutto il mondo.
L’APM ha recentemente chiesto a diversi Stati europei di sostenere l’adozione di una convenzione contro i crimini contro l’umanità e di rafforzare lo Statuto della CPI per quanto riguarda il crimine di aggressione. Il mondo democratico non può restare inerte e accettare questo attacco al diritto di esistere della Corte penale internazionale. Se questo importante organismo indipendente non sarà presente, innumerevoli crimini rimarranno impuniti. Ciò incoraggerà altri colpevoli e traumatizzerà vittime innocenti senza speranza di guarigione.
La CPI persegue reati particolarmente gravi come i crimini di guerra dal 2002. L’obiettivo è porre fine all’impunità per questi crimini. Le vittime devono ricevere giustizia, come nel caso dell’incriminazione dei responsabili del genocidio dei Rohingya in Myanmar (Min Aung Hlaing, 2019) o nel caso attuale del mandato di arresto contro il capo di Stato dell’Afghanistan (Hibatullah Achundsada, 2025) per “l’oppressione e la persecuzione delle donne in Afghanistan”. Con il suo decreto di sanzioni, Trump sta calpestando questo lavoro innovativo della Corte penale internazionale, che spesso è l’ultima risorsa per ottenere giustizia per le vittime. Né gli Stati Uniti né Israele sono Stati contraenti. Al contrario molti stati europei, tra cui l’Italia, sono contraenti e si obbligano quindi a cooperare con la CPI.