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Il Marocco assume la presidenza del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite: l’UE deve spingere per un referendum nel Sahara occidentale

Bolzano, Göttingen, 11 gennaio 2024

Manifestazione sahrawi per la protezione delle risorse naturali del Sahara occidentale. Foto: www.wsrw.org.

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) invita l’UE a criticare chiaramente l’occupazione del Sahara Occidentale da parte del Marocco, che è contraria al diritto internazionale, dopo che lo Stato nordafricano ha assunto ieri la presidenza del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU. L’elezione dell’ambasciatore marocchino vanifica il compito centrale del Consiglio, che è quello di denunciare le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo e di rafforzare i diritti umani a livello internazionale. Il Marocco sta cercando di annettere il Sahara occidentale contro la volontà della popolazione locale e sta violando i loro diritti umani da decenni. Di recente sono aumentati anche gli attacchi dei droni contro la popolazione saharawi. L’assunzione della presidenza del Consiglio dei diritti umani non deve in alcun modo oscurare il fatto che questo comportamento è assolutamente inaccettabile.

L’ambasciatore marocchino Omar Zniber ha prevalso nettamente sul candidato sudafricano in una votazione segreta svoltasi ieri, 10 gennaio, con 30 voti favorevoli e 17 contrari. Tutta l’UE deve cogliere l’elezione alla 55esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani, che inizierà a breve, come un’opportunità per chiedere un referendum tra i saharawi, che il Marocco ha impedito per decenni. In una sentenza del 1975, la Corte internazionale di giustizia ha confermato l’applicabilità della risoluzione 1514 sull’autodeterminazione al Sahara occidentale. La missione ONU MINURSO, il cui mandato include l’organizzazione del referendum, è attiva nel Sahara occidentale dal 1991.

L’elezione della presidenza di quest’anno è stata già caratterizzata dalla disputa tra Sudafrica e Marocco, entrambi candidati alla presidenza. Questa discordia all’interno del blocco altrimenti unanime di Stati africani è insolita. Dimostra che il disprezzo del Marocco per il diritto all’autodeterminazione dei Saharawi è rifiutato anche da altri Stati africani.