Bolzano, Göttingen, 25 ottobre 2023
L’ultimo rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sulla situazione nel Sahara occidentale omette ancora una volta di menzionare le sistematiche violazioni dei diritti umani commesse dal Regno del Marocco contro i Saharawi che vi abitano. Per decenni, il Marocco ha violato il diritto umanitario internazionale nel Sahara occidentale e ha commesso crimini contro l’umanità contro i saharawi. Il minimo che il Segretariato delle Nazioni Unite potrebbe fare per loro sarebbe quello di indicare i crimini del governo marocchino come tali.
Alcuni Saharawi vivono già in campi profughi di terza generazione nel Sahara occidentale. Lo Stato marocchino sta sistematicamente e ripetutamente violando i loro diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU deve avviare un’estensione di due anni della missione MINURSO, in modo che possa far rispettare il diritto all’autodeterminazione per i Saharawi che vivono nei territori occupati.
Il “Rapporto del Segretario generale sulla situazione del Sahara occidentale (S/2023/729)” è stato pubblicato dal Segretariato delle Nazioni Unite il 3 ottobre 2023. Il 30 ottobre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deciderà se prorogare la missione MINURSO. Il Segretario generale raccomanda al Consiglio di sicurezza una proroga di un anno.
Il Sahara occidentale fa parte della lista dei “territori non autogovernati” ed è occupato dal Marocco dal 1975. Sin dalla sua istituzione, trent’anni fa, il mandato della missione ONU MINURSO è stato quello di indire un referendum tra i Saharawi e far valere il loro diritto all’autodeterminazione.
Il diritto all’autodeterminazione è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e, tra l’altro, dalla risoluzione 1514. Già nel 1975, la Corte internazionale di giustizia aveva fatto riferimento alla risoluzione in un parere consultivo, sottolineando la validità del diritto dei popoli all’autodeterminazione nel caso del Sahara occidentale. Secondo questo principio, ogni popolo ha il diritto di decidere liberamente del proprio status politico, della propria forma di Stato e di governo e del proprio sviluppo economico, sociale e culturale.