Hanno Schedler. Traduzione di Sabrina Bussani
Nella Repubblica Popolare Cinese la popolazione è composta per il 91% da Cinesi Han accanto ai quali vivono i 55 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti dalle autorità come “nazionalità minoritarie”. Le minoranze più conosciute sono i Tibetani, gli Uiguri e i Mongoli che si considerano tutte e tre come popoli a sé stanti con un proprio territorio attualmente occupato dalla Cina. Tibetani, Uiguri e Mongoli subiscono una sistematica persecuzione da parte delle autorità cinesi.
Un gruppo etnico molto meno conosciuto è invece quello degli Hui che costituiscono la maggiore minoranza musulmana della Cina. Gli Hui discendono da commercianti arabi, persiani, turkmeni e mongoli che giunsero in Cina a partire dal 7. secolo. Con una popolazione di circa 10 milioni gli Hui costituiscono la terza nazionalità minoritaria della Cina dopo gli Zhuang (16 milioni) e i Manchu (11 milioni).
La maggior parte degli Hui vive nella regione autonoma del Ningxia della nazionalità Hui autonoma nel nord della Repubblica Popolare Cinese. Nel Ningxia, che ha ottenuto lo statuto di autonomia nel 1958, gli Hui costituiscono circa il 35% della popolazione mentre molti altri Hui vivono sparsi in almeno 18 delle 22 province cinesi. Solamente a Pechino vivono 200.000 Hui, di cui molti si sono sposati con cinesi Han. La maggioranza parla il cinese mandarino ma anche le lingue non-cinesi adoperate nella rispettiva regione di insediamento. In ambito religioso gli Hui utilizzano parole originarie delle regioni dalle quali essi stessi partirono circa 1.300 anni fa per arrivare in Cina, come p.es. dall’arabo.
Nelle zone rurali essi lavorano come contadini e coltivano principalmente riso e verdure. Nelle città invece molti sono artigiani, commercianti, operai o dipendenti. Soprattutto in estate gli uomini Hui portano un abito corto con un gilet nero e un copricapo nero o bianco. Le donne invece si coprono testa e spalle con dei foulard lasciando libero il viso.
Secondo la legge cinese i Cinesi Han che si convertono all’Islam cambiano appartenenza etnica e vengono associati agli Hui. Gli Hui sono l’unica delle 56 nazionalità della Cina in cui l’unico criterio di appartenenza è dato dalla religione. In quanto minoranza riconosciuta sono esclusi dalla politica statale del figlio unico.
I circa 50.000 Hui che vivono in Taiwan – considerata da Pechino una provincia rinnegata – sono considerati dalle autorità come cinesi Han. Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976) molte moschee Hui sono state chiuse o distrutte ma oggi gli Hui hanno nuovamente la possibilità di esercitare la loro religione. Hanno ottenuto anche la possibilità di imparare l’arabo per poter leggere il Corano in lingua originale e hanno il diritto alle festività islamiche.
Nonostante gli Hui siano più vicini agli Han di quanto non lo siano altri gruppi musulmani (vedi ad es. gli Uiguri nella Cina nordoccidentale), non mancano ovviamente i conflitti. Molti Hui lamentano l’esclusione da diversi ambiti professionali e negli scontri tra Hui e Han avvenuti nell’ottobre 2004 nella provincia centrale di Henan sono morte 148 persone.
Dopo un incidente stradale avvenuto su una strada che tagliava il villaggio di Nanren, abitato prevalentemente da Hui, e il vicino villaggio prevalentemente Han di Weitang, Han e Hui si sono dati battaglia per quattro giorni.