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21 anni dal massacro nel campo profughi ONU di Gatumba in Burundi (13 agosto). Le vittime attendono ancora giustizia e riconoscimento

Bolzano, Göttingen, 11 agosto 2025

Profughi Banyamulenge in fuga. Foto: Jacques Muhumuza

In occasione dell’anniversario del massacro di Gatumba, il 13 agosto, l’Associazione per i popoli minacciati ricorda le vittime della violenza etnica e chiede che i crimini vengano perseguiti. La comunità internazionale non può chiudere gli occhi di fronte alla violenza sistematica e ai crimini etnici che rimangono impuniti. È necessario che il massacro di Gatumba sia oggetto di un’indagine giudiziaria indipendente da parte dei tribunali internazionali e regionali.

Il 13 agosto 2004, nel campo profughi delle Nazioni Unite di Gatumba, in Burundi, almeno 166 persone sono state brutalmente assassinate e oltre 100 sono rimaste gravemente ferite. La maggior parte delle vittime apparteneva alla minoranza etnica dei Banyamulenge, fuggiti nel campo a causa del conflitto nella Repubblica Democratica del Congo. Gli autori del massacro, membri del gruppo ribelle burundese Forces nationales de libération (FNL) e milizie presumibilmente alleate, hanno attaccato in modo mirato i civili nel campo. Gli aggressori hanno dato fuoco alle tende, ucciso e mutilato persone, molte delle quali donne e bambini. La crudeltà dell’attacco ha sconvolto profondamente la comunità internazionale. Tuttavia, molte vittime e i loro familiari attendono ancora oggi giustizia e riconoscimento.

Nella Repubblica Democratica del Congo, i Banyamulenge sono stati oggetto di persecuzioni e repressioni per decenni. È in corso un dibattito sul fatto che i Banyamulenge siano realmente congolesi. Sebbene vivessero da secoli nelle regioni montuose del Sud Kivu, molto prima che fossero tracciati i confini coloniali, durante il periodo coloniale belga furono erroneamente definiti Banyaruanda. Questa immagine storicamente distorta è stata successivamente strumentalizzata dagli attori politici. La crescente insicurezza, la violenza e la persecuzione mirata hanno costretto molti Banyamulenge a fuggire, tra l’altro nel campo profughi burundese di Gatumba.

Il governo congolese deve finalmente assumersi le proprie responsabilità e adottare misure concrete per proteggere le minoranze come i Banyamulenge. Ciò include il riconoscimento ufficiale della loro cittadinanza, la protezione dall’incitamento all’odio e dalla violenza, nonché la partecipazione politica e sociale. Un futuro inclusivo per la Repubblica Democratica del Congo è possibile solo se la diversità etnica viene riconosciuta e promossa come un punto di forza.