Bolzano, Göttingen, 17 agosto 2022
In occasione della Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario, il 19 agosto, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede una maggiore attenzione e un sostegno efficace per la minoranza Banyamulenge, minacciata nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Il gruppo linguistico, che risiede principalmente nel Sud Kivu, è abbandonato a se stesso nonostante le minacce provenienti da più parti: Per anni, i Banyamulenge sono stati terrorizzati dalle diverse milizie dell’area, i loro villaggi vengono sistematicamente bruciati e la gente è vittima di violenze. Finora, nessun aiuto umanitario ha raggiunto le persone colpite.
Si stima che nella parte orientale della RD Congo siano attivi circa 120 gruppi armati, tra cui il noto gruppo ribelle M23. Un rapporto delle Nazioni Unite recentemente trapelato accusa il vicino Stato del Ruanda di sostenere questo gruppo di ribelli. L’APM aveva già evidenziato tali accuse mesi fa. In Europa molti stati, tra cui la Germania, hanno un buon rapporto con il Ruanda. Questi dovrebbero cercare di far pressione sul governo di Kigali. Questo potrebbe almeno alleviare un po’ la situazione umanitaria nell’area di insediamento dei Banyamulenge.
Altre milizie si finanziano attraverso le miniere di coltan situate nelle aree da loro controllate. Si sospetta anche che una società tedesca abbia acquistato coltan per la produzione di polvere di tantalio dalla “Eagle Wings Resources International”. Questa azienda è accusata dagli esperti delle Nazioni Unite di aver sottratto illegalmente la materia prima dalla RD Congo. Se la Germania non è disposta a fare a meno di materie prime problematiche come il coltan provenienti dalla RD Congo per una generica solidarietà con la popolazione locale, dovrebbe almeno garantire il sostegno umanitario alle vittime delle milizie. I Banyamulenge sono attaccati con particolare frequenza e sistematicità a causa della loro etnia. La missione ONU MONUSCO avrebbe dovuto stabilizzare la regione. Ma da anni non adempie a questo mandato. I Banyamulenge riferiscono che le truppe dell’ONU sapevano degli attacchi ai loro villaggi, senza aver mai fatto nulla.