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15 anni dopo il devastante attentato alla Cattedrale di Baghdad (31 ottobre) – I Cristiani in Medio Oriente continuano ad essere minacciati

Bolzano, Göttingen, 30 ottobre 2025

La cattedrale Sayidat al-Nejat a Baghdad dopo il restauro. Foto: Christian World, CC BY 2.0

In occasione del 15. anniversario del brutale attentato alla cattedrale Sayidat al-Nejat di Baghdad, avvenuto il 31 ottobre 2010, l’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) ricorda la situazione ancora precaria dei cristiani in Iraq e in Siria. L’organizzazione per i diritti umani fa appello alla Chiese evangelica e cattolica in Germania affinché si impegni maggiormente a favore dei diritti delle comunità cristiane in Medio Oriente.

Sebbene la situazione dei cristiani in Iraq e in Siria si sia calmata, molti di loro non sono ancora al sicuro. Il calo dei richiedenti asilo provenienti dall’Iraq e dalla Siria – in particolare cristiani – in Germania e in Europa è dovuto soprattutto alla diminuzione della disponibilità ad accoglierli in Europa e molto meno a un miglioramento della situazione sul posto.

Il 31 ottobre 2010, gli islamisti hanno attaccato la cattedrale siriaco-cattolica Sayidat al-Nejat a Baghdad, uccidendo 68 persone e ferendone altre 60. L’attuale leader sunnita islamista della Siria, Ahmed al-Scharaa (allora Abu Muhammad al-Golani), faceva parte all’epoca dell’organizzazione terroristica sunnita islamista Al-Qaeda in Iraq, che ha compiuto anche attentati contro i cristiani. Ancora oggi non è del tutto chiaro chi abbia ordinato questo atroce attacco e l’uccisione mirata di cristiani in preghiera.

Un anno dopo, al-Sharaa lasciò l’Iraq per guidare la rete terroristica islamista sunnita in Siria. È una vera beffa che oggi i politici e i media tedeschi chiedano ai cristiani, ai drusi, agli alawiti o ai curdi e ad altre minoranze di affidare la loro vita a un killer professionista.

Quindici anni dopo l’attentato e un anno dopo la caduta del regime di Assad, la situazione dei cristiani e delle altre minoranze nella regione non è migliorata. Secondo l’APM/GfbV, la speranza di alcuni politici tedeschi che i cristiani e le minoranze come gli yazidi possano tornare in Iraq o in Siria in tutta sicurezza è illusoria. Sia gli islamisti sunniti che quelli sciiti, nemici tra loro, mirano all’introduzione della sharia, che renderebbe impossibile una vita libera per i cristiani e le altre minoranze. Non è la sharia, ma la separazione tra Stato e religione a creare i presupposti per i sistemi democratici, dai quali Iraq e Siria sono però molto lontani.

Le stime sul numero di cristiani che vivono ancora in Iraq sono molto divergenti. Si aggirano tra i 150.000 e un massimo di 200.000, mentre 40 anni fa erano ancora 1,5 milioni. Un censimento iniziato nel novembre 2024 potrebbe presto fornire cifre più precise. Anche in Siria il numero dei cristiani è diminuito drasticamente. Prima dell’inizio della guerra civile siriana nel 2011, si stima che in Siria vivessero ancora 2,1 milioni di cristiani. Oggi il loro numero è stimato a meno di 300.000.