Bolzano, Göttingen
Nella sua ricerca di materie prime, la Federazione Russa ignora ripetutamente i diritti dei popoli indigeni. I popoli indigeni cercano di proteggere la loro terra dalla distruzione ambientale causata dalla ricerca e dall’estrazione di materie prime. Questa è una spina nel fianco dei servizi segreti russi: in un’intervista all’agenzia di stampa TASS, il vicecapo dei servizi segreti, il generale Vladimir Kulishov, si è lamentato ieri dei “sostenitori stranieri” dei popoli indigeni e dei ricercatori polari. L’accusa che ogni protesta contro il governo russo sia controllata da agenti stranieri è un classico della propaganda di Putin. I popoli indigeni della Russia hanno tutto il diritto di difendere il loro territorio e il loro stile di vita contro gli interessi di sfruttamento delle industrie estrattive.
Kulishov è a capo delle autorità di controllo delle frontiere e della guardia costiera, che sono sotto il controllo dei servizi segreti FSB. Nella fase finale della seconda guerra cecena, combattuta dal 1999 al 2009, è stato a capo del FSB in Cecenia (2006-2008). È accusato di innumerevoli crimini contro la popolazione civile. Nell’agosto 2008 è diventato vicedirettore dell’FSB per tutta la Russia e vicepresidente del Comitato nazionale antiterrorismo. Dal 2013 è responsabile della guardia costiera e della sorveglianza delle frontiere. Ha già ricevuto diverse medaglie militari per il suo lavoro. Ha il grado di generale dell’esercito perché l’FSB è affiliato all’esercito.
Le organizzazioni non governative in Russia, che ricevono donazioni dall’estero, devono registrarsi come “Agenti stranieri” dal 2012. Da allora la legge in materia è stata più volte inasprita. Per le organizzazioni interessate, la registrazione comporta una notevole limitazione delle loro attività. Fare completamente a meno delle donazioni dall’estero di solito non è un’opzione, tanto che molte organizzazioni hanno dovuto chiudere.