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Giornata internazionale dei popoli indigeni (9 agosto): i diritti degli indigeni minacciati sempre più dallo sfruttamento delle risorse

Bolzano, Göttingen, 7 agosto 2025

L'agricoltura è il sostentamento degli abitanti locali e indigeni della comunità Macharetí, nel sud-est della Bolivia. Nella foto, il bestiame viene marchiato a fuoco durante il carnevale Guaraní del 2020. Foto: Jhaquelin Dávalos/IPDRS

In occasione della Giornata dei popoli indigeni, il 9 agosto, l’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) richiama l’attenzione sulla minaccia che grava sui diritti degli indigeni in Sudamerica. I popoli indigeni sono esposti ad attacchi ai loro diritti, alle loro culture, alle loro comunità e ai loro territori. Questi attacchi sono spesso motivati dall’interesse per le risorse presenti nei loro territori.

Sia in Brasile che in Perù, i diritti degli indigeni sono attualmente sottoposti a una forte pressione a causa di nuovi progetti legislativi. Le leggi mettono a repentaglio i diritti dei popoli indigeni in modo significativo. I progetti realizzati sui loro territori potrebbero essere approvati senza che le comunità indigene vengano consultate in anticipo. Ciò rappresenta un enorme passo indietro per la tutela dei diritti degli indigeni. Il diritto al consenso libero, preventivo e informato è sancito dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni (UNDRIP), ratificata da paesi come il Perù, il Brasile e molti paesi europei.

La responsabilità della protezione dei popoli indigeni non spetta solo ai rispettivi paesi in cui vivono, ma anche ai paesi che importano prodotti e risorse da quelle regioni. I governi europei e le aziende europee devono rispettare i diritti dei popoli indigeni in tutto il mondo. Le leggi sulla catena di approvvigionamento sono un meccanismo importante a tal fine. Inoltre, il diritto al consenso libero, preventivo e informato deve essere rispettato e attuato.

In Brasile ad esempio, il progetto di legge PL 2.159/2021 mira, tra l’altro, a facilitare alle aziende l’ottenimento delle autorizzazioni per progetti infrastrutturali e minerari. Le attuali valutazioni di impatto ambientale dovrebbero essere semplificate e accelerate, mentre l’agricoltura e la costruzione di strade dovrebbero essere addirittura esentate dall’obbligo di autorizzazione. Il disegno di legge è stato approvato dal Senato a maggio. Ora gli ambientalisti e gli attivisti per i diritti umani sperano in un veto del presidente Lula. I progetti infrastrutturali e minerari, che saranno approvati più rapidamente, rappresentano una minaccia reale per la sopravvivenza di interi popoli che vivono in isolamento volontario. La valle del Javari è l’area con il più alto numero di indigeni che vivono in isolamento volontario (noti anche come popoli incontattati) in tutto il mondo.

In Perù, un nuovo disegno di legge consentirebbe attività di estrazione di materie prime in aree protette. Ciò riguarderebbe, ad esempio, i parchi nazionali e le aree in cui si trovano santuari nazionali e storici. Le concessioni del governo alle aziende del legno e del petrolio e i progetti infrastrutturali stanno già mettendo in pericolo i territori indigeni in cui vivono anche popolazioni indigene in isolamento volontario.