Bolzano, Göttingen, 19 giugno 2025

L’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) accoglie con favore la decisione del Parlamento finlandese di approvare una riforma della legge sul Parlamento Sámi. La modifica della legge prevede, tra l’altro, che in futuro le liste elettorali siano gestite in base alla lingua e che le questioni relative ai ricorsi siano trasferite a un’autorità indipendente. La riforma abolisce la cosiddetta “clausola Lappone”, secondo la quale finora era sufficiente essere iscritti nei registri storici per poter essere inseriti nelle liste elettorali.
Ciò rafforza i diritti dei Sámi finlandesi e affronta un problema fondamentale dell’autodeterminazione dei Sámi. Definendo finalmente in modo chiaro il diritto di voto, la Finlandia tutela la rappresentanza democratica del popolo indigeno. In Finlandia da anni si discute sui criteri in base ai quali le persone vengono riconosciute come Sámi e ottengono quindi il diritto di voto. Ciò è stato recentemente contestato più volte dal Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Allo stesso tempo, la riforma chiarisce che le ambizioni di Helsinki sono principalmente di natura tecnica: la legge mira principalmente ad attenuare i conflitti sul diritto di voto, ma non a garantire un’autonomia amministrativa completa. Finché il governo finlandese non sarà disposto a concedere alla popolazione Sámi un diritto vincolante di codecisione in materia di terra e risorse, le richieste fondamentali di autonomia amministrativa Sámi rimarranno insoddisfatte. Anche la ratifica della Convenzione ILO 169 è ancora in sospeso, nonostante sia l’unica garanzia vincolante dei diritti indigeni nel diritto internazionale.
Secondo l’APM/GfbV, con la riforma prevista la Finlandia invia un segnale positivo all’intera regione Sápmi, compresa la Svezia e la Norvegia. Se la Finlandia depoliticizza il diritto di voto e attua gli standard internazionali, crescerà la pressione su Stoccolma e Oslo affinché affrontino finalmente la riforma del Sameting, attesa da tempo. In Svezia, il Sameting ha finora solo un ruolo consultivo, senza alcun diritto vincolante di partecipazione, ad esempio nell’approvazione di grandi progetti. I governi scandinavi devono finalmente riconoscere che la partecipazione simbolica non è sufficiente. La vera partecipazione è un minimo indispensabile in termini di diritti umani.