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Bolivia, 200 anni (6 agosto) – Il progetto plurinazionale rischia di fallire

Bolzano, Göttingen, 5 agosto 2025

Gli incendi nel comune di Roboré, in Bolivia, continuano a colpire le comunità e il patrimonio naturale. Foto: Claudia Belaunde / FCBC.

Il 6 agosto 2025 la Bolivia celebrerà il 200. anniversario della sua indipendenza, ma il clima politico e sociale nel Paese è tutt’altro che festoso. In occasione del grande anniversario (Bicentenario), l’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) mette in guardia da una profonda crisi della democrazia, in cui la responsabilità ecologica, i diritti degli indigeni e la giustizia sociale non hanno quasi più alcun ruolo. La Bolivia celebra il suo passato e guarda a un futuro incerto. Né il governo né l’opposizione offrono risposte convincenti alla crisi economica, alla crisi ambientale e alla profonda divisione sociale. Nelle imminenti elezioni non c’è nessun candidato in cui la gente possa riporre grandi speranze.

Il dibattito politico in Bolivia prima delle elezioni presidenziali del 17 agosto 2025 rimane imperturbabilmente centrato sull’attività estrattiva, nonostante l’aumento del costo della vita, il calo delle esportazioni, la carenza di valuta estera e il crescente deficit di bilancio gravino pesantemente su ampi strati della popolazione. Che siano di destra o di sinistra, tutti i partiti continuano ad aderire a un modello di sviluppo distruttivo: estrazione di materie prime senza alcun riguardo per i territori indigeni, le foreste o i fiumi. La popolazione rurale, in particolare nelle pianure, sperimenta ogni giorno che i propri diritti esistono solo sulla carta.

Nel recente dibattito televisivo del 1. agosto sulle elezioni presidenziali non sono stati affrontati né il tema della distruzione ecologica né quello della sistematica violazione dei diritti degli indigeni. Ai candidati non mancano solo le visioni, ma soprattutto la volontà politica. Nessun candidato ha presentato piani per affrontare le catastrofi annuali degli incendi e della deforestazione, la crisi del mercurio nei fiumi o il mancato rispetto dei diritti collettivi. Al contrario, dominano le accuse populiste, le promesse tecnocratiche e la politica solo simbolica. Invece di prendere sul serio le legittime preoccupazioni della popolazione, proprio in occasione dell’anniversario si discute di passi indietro costituzionali nel campo dell’autonomia indigena o dei diritti ecologici fondamentali.

In occasione del 200. anniversario della Repubblica, la Bolivia si trova a un bivio, poiché le sue promesse rischiano di essere definitivamente svuotate di significato. Lo “Stato plurinazionale della Bolivia”, concepito nel 2009 come una promessa storica di partecipazione, giustizia, diversità e sostenibilità, sta degenerando in un gioco di influenze e cariche. È necessario creare ora le condizioni politiche per rispettare seriamente gli interessi dei popoli indigeni, invece di svalutare o strumentalizzare le loro identità per legittimare interessi legati all’attività estrattiva. Solo così la Bolivia potrà affrontare con fiducia i prossimi 200 anni.