Bolzano, Göttingen, 30 luglio 2019
In occasione del quinto anniversario del genocidio degli Yazidi nell’Iraq del nord, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha presentato uno studio sull’attuale situazione delle donne yazide. La ricerca, fatta dallo psicologo tedesco-yazida Jan Ilhan Kizilhan, documenta i traumi causati dal genocidio, la loro elaborazione tra i profughi in Germania e nel Kurdistan iracheno e accenna a possibili interventi politici.
Secondo Kizilhan, che da anni collabora con l’APM, il terrore dell’IS e i conflitti politici, religiosi e etnici in Iraq hanno dimostrato che gli Yazidi così come le persone appartenenti ad altre minoranze lasciano il paese quando non sono sufficientemente tutelati o non hanno alcuna possibilità di vivere secondo la propria cultura e religione. Il mantenimento della propria lingua e cultura però non è garantito nemmeno nella diaspora. Quando un gruppo relativamente piccolo come quello degli Yazidi si trova diviso in tutto il mondo, è probabile che nel corso di quattro o cinque generazioni smetta di esistere.
In considerazione dello studio, l’APM torna a chiedere maggiori tutele e aiuti per la ricostruzione sia per gli Yazidi sia per le altre minoranze presenti in Iraq. L’APM inoltre chiede la mediazione internazionale per risolvere il conflitto tra il governo centrale di Baghdad e l’amministrazione del Kurdistan iracheno relativamente alla regione dello Sinjar, che è tradizionalmente la regione di insediamento degli Yazidi. Circa 280.000 Yazidi vivono tuttora come profughi in campi provvisori o sono ospitati da privati. Finché non potranno tornare a casa in sicurezza, queste famiglie e i loro bambini non hanno alcuna prospettiva per il futuro. L’Iraq arabo e il Kurdistan iracheno devono finalmente trovare una soluzione alla situazione dello Sinjar e decidere a quale parte del paese lo Sinjar deve appartenere. E’ inoltre un dovere della comunità internazionale aiutare e sostenere i sopravvissuti di un genocidio nella ricostruzione.
Il prossimo 3 agosto gli Yazidi e i loro amici in tutto il mondo ricorderanno le vittime del genocidio, iniziato proprio il 3 agosto 2014 quando le milizie dell’IS attaccarono i villaggi e le città dei circa 400.000 Yazidi dello Sinjar. Furono uccise o rapite migliaia di persone, le donne catturate furono stuprate, costrette a sposarsi con miliziani dell’IS o vendute in veri e propri mercati degli schiavi. In occasione del quinto anniversario dell’attacco dell’IS agli Yazidi vi saranno numerose manifestazioni in tutta Europa, in America, in Russia, Armenia, Georgia e soprattutto nel Kurdistan iracheno.
Jan Ilhan Kizilhan è nato nel 1966 nel Kurdistan turco. Attualmente è a capo dell’Istituto per gli studi interculturali sulla salute presso la Duale Hochschule Baden-Württemberg Villingen-Schwenningen. Dal 2015 è il direttore medico-psicologico del gruppo speciale per l’assistenza a donne con particolare bisogno di tutela del governo regionale del Baden-Württemberg. Lo studio sulla situazione delle donne yazide è scaricabile qui (in tedesco): www.gfbv.de/fileadmin/redaktion/Reporte_Memoranden/2019/GfbV-Dokumentation_zur_Lage_yezidischer_Frauen.pdf.