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Il Consiglio dell’UE si appresta a votare l’accordo con il Mercosur: costi ambientali esternalizzati, diritti degli indigeni ignorati

Bolzano, Göttingen, 16 dicembre 2025

Incendi boschivi devastanti in Bolivia. Foto: CEJIS

L’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) e l’ONG PowerShift criticano aspramente l’approvazione dell’accordo UE-Mercosur da parte del governo tedesco. In vista del voto previsto per questa settimana nel Consiglio dell’UE, le organizzazioni per i diritti umani lanciano un monito: l’accordo garantisce profitti e trasferisce sistematicamente i costi sociali, ecologici e relativi ai diritti umani. Saranno soprattutto le popolazioni indigene a subirne le conseguenze.

L’accordo prevede riduzioni tariffarie di ampia portata e quote di esportazione, in particolare per i prodotti agricoli e le materie prime provenienti dall’area del Mercosur. Da anni gli osservatori più critici avvertono che ciò aggraverà ulteriormente la deforestazione, l’appropriazione indebita di terreni e la distruzione dell’ambiente in ecosistemi sensibili come l’Amazzonia, il Cerrado e il Gran Chaco. I territori delle popolazioni indigene sono troppo spesso oggetto di progetti agricoli, minerari e infrastrutturali. La nostra critica principale rimane la mancanza di meccanismi efficaci di protezione dei diritti umani. Il diritto dei popoli indigeni al consenso libero, preventivo e informato, garantito dal diritto internazionale, non è né vincolante né verificabile o applicabile nell’accordo. Ciò comporta il rischio di violazioni dei diritti fondiari, sfratti e conflitti crescenti lungo le catene di produzione dei prodotti venduti qui in Europa.

“Il modello di esportazione del Mercosur, basato sui pesticidi e sulla monocoltura e promosso dall’accordo, comporta rischi significativi per la salute, l’acqua e il suolo”, si legge in un promemoria presentato dall’APM/GfbV insieme a PowerShift. Le organizzazioni considerano particolarmente critico il ruolo della Germania. Con il suo consenso, il governo federale ha anteposto gli interessi economici ai propri obblighi extraterritoriali in materia di diritti umani: “La Germania ha la responsabilità di garantire che la politica commerciale e delle materie prime non consenta o aggravi le violazioni dei diritti umani, anche al di fuori dell’Europa”, sottolinea Bettina Müller, responsabile della politica commerciale e degli investimenti di PowerShift. “Invece, la coalizione di governo sta attualmente svuotando di significato le leggi sulle catene di approvvigionamento e sta andando costantemente nella direzione sbagliata con gli accordi sulle materie prime e sul libero scambio”.

Il voto nel Consiglio dell’UE è fondamentale per il futuro orientamento della politica commerciale e delle materie prime europea. Deciderà se la protezione del clima, della biodiversità e dei diritti umani sarà perseguita seriamente o se rimarrà sistematicamente subordinata agli interessi economici.