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Elezioni in Norvegia: l’ascesa dei populisti di destra minaccia i diritti dei Sámi

Bolzano, Göttingen, 10 settembre 2025

Famiglia Sami in Norvegia, all'incirca nel 1900. Foto: Pubblico dominio

L’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) esprime preoccupazione per il fatto che i risultati delle elezioni parlamentari norvegesi e delle elezioni del parlamento Sámi, il Sameting, segnalano un preoccupante cambiamento nel clima politico del Paese e che i diritti dei Sámi sono sempre più sotto pressione. La Norvegia, il primo Stato a ratificare la Convenzione 169 dell’ILO sui diritti dei popoli indigeni, negli ultimi decenni ha lavorato con coerenza per eliminare le disparità strutturali e politiche nei confronti dei Sámi nel sistema politico.

Il successo elettorale dei socialdemocratici alle elezioni parlamentari dimostra il continuo sostegno al diritto all’autodeterminazione dei Sámi. Allo stesso tempo, la significativa crescita dei partiti populisti di destra in entrambe le elezioni indica uno sviluppo preoccupante e una crescente minaccia ai diritti degli indigeni.

Alle elezioni parlamentari, il Partito del Progresso (FrP) – che secondo i risultati elettorali provvisori è la seconda forza politica con il 23,9%* dei voti – ha ribadito la sua intenzione di abolire il Parlamento Sámi. Il secondo partito più forte alle elezioni del Sameting, con il 32,7%* dei voti, è il NKF (North Calotte People), spesso paragonato al FrP per la sua simile retorica populista. Il partito Sámi mira ad abolire il consenso libero, preventivo e informato (Free, Prior and Informed Consent, FPIC) – un principio riconosciuto a livello internazionale che impone di consultare le popolazioni indigene prima di intraprendere azioni che potrebbero influire sui loro paesi, territori, risorse o diritti – come base decisionale.

Il Sameting non ha poteri governativi né legislativi. Il suo compito è quello di fornire consulenza su questioni relative alla cultura, alla lingua e alla società Sámi. L’organismo è stato creato nel 1989 per garantire la partecipazione e la rappresentanza degli attori Sámi in una regione in cui, alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo, i Sámi erano stati oggetto di una grave oppressione.

Entrambe le parti sostengono che i diritti speciali dei Sámi portano a una disparità di trattamento dei cittadini. In realtà è vero il contrario. La costruzione della diga di Alta e il progetto del parco eolico a Fosen dimostrano che la popolazione Sámi non ha ancora il diritto di decidere del proprio territorio, come invece previsto dalla legge. Esiste il pericolo che i diritti dei Sámi vengano indeboliti. Ad esempio, l’allevamento delle renne, una tradizione culturale fondamentale dei Sámi, viene messo sotto pressione quando vengono pianificati progetti industriali come progetti minerari o impianti energetici nelle aree Sámi, avverte l’APM/GfbV. L’abolizione del diritto dei Sámi al consenso libero, preventivo e informato potrebbe portare a dare priorità all’economia e all’industria rispetto al benessere delle comunità, alla protezione dell’ambiente e alle tradizioni culturali Sámi.

Il nuovo governo norvegese non deve permettere che la retorica populista minacci i diritti dei Sámi. Il governo deve rafforzare il Sameting, salvaguardare il diritto di consultazione dei Sámi e rispettare pienamente gli obblighi di protezione delle comunità indigene. La partecipazione effettiva è un diritto umano fondamentale. La tutela dei diritti dei popoli indigeni è sancita da trattati internazionali quali la Convenzione ILO 169, il Patto internazionale sui diritti civili e politici (IPBPR/ICCPR) e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni (UNDRIP).

* Situazione al 10 settembre 2025, ore 15:00. A quest’ora sono stati conteggiati il 92% dei voti espressi alle elezioni del Sameting e il 99% dei voti alle elezioni parlamentari.