Bolzano, Göttingen, 11 aprile 2025

Prima del verdetto al processo di Saúl Luciano Lliuya, un contadino delle Ande peruviane, contro l’azienda energetica tedesca RWE, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) sottolinea l’urgente necessità di evitare di scaricare i costi del cambiamento climatico sul Sud del mondo e di responsabilizzare le aziende.
Le comunità indigene e agricole di tutto il mondo stanno vivendo direttamente le drammatiche conseguenze del riscaldamento globale. Molte di queste comunità sono doppiamente colpite perché la loro terra viene sfruttata per ottenere materie prime. Allo stesso tempo, società come la RWE hanno tratto profitto dai combustibili fossili per decenni. È inaccettabile che coloro che hanno contribuito meno al cambiamento climatico stiano sopportando il peso delle sue conseguenze.
Dopo circa dieci anni di attività processuale, un’ulteriore udienza del caso davanti al Tribunale regionale superiore di Hamm in Germania sarebbe una pietra miliare sulla strada della giustizia climatica globale. Ma la responsabilità dei Paesi industrializzati non si esaurisce con i risarcimenti per le emissioni del passato. Mentre la causa sul clima ruota intorno al passato, il colonialismo verde è un problema acuto. Il colonialismo verde significa che il Nord globale continua ad appropriarsi delle risorse sopra le teste dei gruppi indigeni, solo che ora si tratta di energia rinnovabile anziché di combustibili fossili.
In qualità di grande azienda energetica, RWE è anche direttamente coinvolta in progetti che mantengono le strutture coloniali sotto il pretesto della transizione energetica. Ad esempio, RWE ha firmato una dichiarazione di intenti per importare in futuro ammoniaca verde dalla Namibia. Il progetto di idrogeno iphal sarà realizzato in un’area che è stata sottratta con la forza agli indigeni Nama durante l’era coloniale tedesca. I Nama non sono stati sufficientemente coinvolti negli attuali processi che riguardano la loro terra tradizionale. In quanto azienda tedesca, RWE ha una responsabilità speciale e deve garantire che le sue attività non sostengano lo sfruttamento di coloro che hanno subito violenze e sfruttamenti massicci durante il dominio coloniale tedesco.
l’APM chiede quindi una transizione socialmente giusta verso forme di attività economica sostenibili che rispettino i diritti degli indigeni e non continuino le strutture coloniali del passato. Il processo contro RWE chiarisce che la protezione del clima può essere efficace solo se viene progettata su un piano di parità con le popolazioni colpite e non saccheggiando ancora una volta i loro territori. Chiunque prenda sul serio la protezione del clima deve rispettare pienamente i diritti degli indigeni e non legittimare la prossima ondata di sfruttamento coloniale sotto una nuova etichetta verde.