Bolzano, Göttingen, 22 maggio 2025

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) accoglie con favore la revoca delle sanzioni contro la Siria da parte dell’Unione Europea: infatti non è stato Assad a soffrire per le sanzioni, ma la popolazione civile. Tuttavia, l’UE deve essere consapevole che i nuovi governanti islamisti strumentalizzeranno la revoca delle sanzioni per consolidare il proprio potere e le strutture islamiste in Siria.
Pertanto, l’UE e gli USA devono sanzionare specificamente il nuovo governante al-Sharaa e gli altri membri del suo governo islamista. Non solo hanno commesso crimini di guerra come miliziani, ma sono stati anche coinvolti in massacri di alawiti, drusi e curdi dopo essere saliti al potere. Nella Siria occidentale, almeno 30.000 alawiti sarebbero stati uccisi dagli islamisti. Decine di migliaia di persone sono state sfollate o costrette a fuggire. Il nuovo governo vuole insediarvi combattenti islamisti stranieri e le loro famiglie. Questo insediamento e l’espulsione degli alawiti dalla loro area di insediamento sulla costa mediterranea siriana è una pulizia etnica. Alawiti, ismailiti e cristiani, che tradizionalmente conducono una vita più libera, non potranno convivere con gli islamisti radicali e dovranno lasciare le loro case.
In queste circostanze, l’UE in particolare deve fare richieste chiare ad al-Sharaa. Dovrebbe chiedere la rinuncia agli ideologi islamisti e passi concreti verso la costruzione di un sistema democratico, pluralistico e federale per tutti i siriani. In questo sistema, tutti i siriani – arabi, curdi, armeni, assiri/aramaici, alawiti, drusi, cristiani e yazidi – dovrebbero avere gli stessi diritti.
“A Damasco, ho sperimentato come il Corano venisse recitato dagli altoparlanti di un autobus pubblico lungo l’intero percorso dal centro della città al quartiere di Bab Thoma, abitato principalmente da cristiani. A nessuno dei passeggeri, per lo più cristiani, è stato permesso di contraddire l’autista dell’autobus. Ad Aleppo ho parlato con un farmacista armeno. Non vede un futuro per sé e per tutti gli armeni in Siria”, ha riferito Kamal Sido, referente dell’APM. Anche il vescovo Maurice, della Chiesa ortodossa siriana nel nord-est della Siria, me lo ha confermato e ha aggiunto: “Se la situazione rimane questa, nessun cristiano potrà vivere in Siria”.
In questo contesto, la revoca delle sanzioni è un passo nella giusta direzione, ma non deve contribuire all’ulteriore islamizzazione della Siria. La comunità internazionale deve tenere sotto controllo il comportamento dei nuovi governanti e imporre sanzioni mirate in caso di comportamenti scorretti e aggressivi.