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18.12.2025 | Bolivia, Popoli indigeni

La Bolivia abolisce i sussidi sui carburanti. Aumenta il rischio di disordini sociali: le comunità indigene sono particolarmente colpite

16.12.2025 | America Latina, Popoli indigeni, Unione Europea

Il Consiglio dell’UE si appresta a votare l’accordo con il Mercosur: costi ambientali esternalizzati, diritti degli indigeni ignorati

12.12.2025 | Cile, Mapuche, Popoli indigeni

Cile: elezioni presidenziali e relazioni commerciali con l’UE – I diritti delle minoranze restano in secondo piano

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Premio Nobel all’ombra delle minacce militari – Il riconoscimento a María Corina Machado delegittima il premio per la pace

8.12.2025 | Diritti umani, Minoranze, Minoranze religiose, Siria, Syrien, Tanzania

Giornata internazionale dei diritti umani (10 dicembre) – Minoranze e popolazioni indigene sotto pressione – Appello per una politica estera basata sui diritti umani

4.12.2025 | Minoranze, Minoranze religiose, Siria, Syrien, Syrien, Turchia

Un anno dopo la caduta di Assad – Grave pericolo di genocidio contro Alawiti e Drusi – Stop alle espulsioni verso la Siria!

1.12.2025 | Diritti umani, Masai, Tanzania

MISA critica la Società Zoologica di Francoforte – Dichiarazioni fuorvianti sullo scambio con i Masai

28.11.2025 | Minoranze, Minoranze religiose, Turchia

Visita del Papa in Turchia – Colloqui con Erdoğan “deludenti” – Appello per un maggiore impegno a favore delle minoranze religiose

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La Bolivia abolisce i sussidi sui carburanti. Aumenta il rischio di disordini sociali: le comunità indigene sono particolarmente colpite

Bolzano, Göttingen, 18 dicembre 2025

Incendi boschivi devastanti in Bolivia. Foto: CEJIS

La decisione del governo boliviano di abolire da un giorno all’altro i sussidi sui carburanti colpirà soprattutto le comunità indigene e altri gruppi di popolazione emarginati, teme l’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV). Nonostante le misure di compensazione sociale annunciate, l’organizzazione per i diritti umani vede un rischio significativo di disordini sociali e nuove proteste.

La decisione fa parte di un pacchetto completo di misure di politica economica, attuato anche sotto una notevole pressione politica internazionale. Il governo boliviano ha dichiarato lo stato di emergenza economica, finanziaria e sociale, ha allentato le norme sulle importazioni e sui cambi, ha abolito i controlli statali e ha puntato su una rapida liberalizzazione dei settori economici centrali, come spesso richiesto in relazione agli accordi di credito delle istituzioni finanziarie internazionali, in particolare del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Le esperienze di paesi come Panama ed Ecuador dimostrano che tali aumenti dei prezzi possono scatenare proteste di massa. Anche in Bolivia esiste il pericolo reale di disordini sociali. Sebbene il governo abbia annunciato misure compensative come l’aumento del salario minimo e il pagamento di bonus, secondo l’APM/GfbV queste misure non sono sufficienti. Un bonus una tantum di 200 bolivianos – circa 25 euro – e un moderato aumento delle prestazioni sociali statali sono sproporzionati rispetto all’aumento costante dei costi dei trasporti, dei generi alimentari e dell’energia. Gran parte della popolazione lavora nel settore informale e non beneficia né degli aumenti del salario minimo né dei pagamenti compensativi legati al salario.

Particolarmente drammatiche sono le conseguenze per le comunità indigene dell’Amazzonia e delle regioni remote, spesso raggiungibili solo tramite i fiumi. Se i costi di trasporto esplodono, l’accesso al cibo, alle medicine e ad altri beni di prima necessità per queste comunità sarà fortemente limitato. Allo stesso tempo, l’aumento dei costi di trasporto rende più difficile la vendita dei propri prodotti, isolando economicamente intere comunità.

L’APM/GfbV mette in guardia da una reazione a catena di aumento dei prezzi, crescente povertà e tensioni sociali. Senza misure compensative mirate e inclusive, le riforme rischiano di aggravare ulteriormente le disuguaglianze esistenti e di emarginare ancora di più la popolazione indigena, contadina e povera. Il potenziale di conflitto è considerevole e, come in altri paesi della regione, potrebbe sfociare rapidamente in proteste di piazza.