Bolzano, Göttingen, 12 settembre 2025

In occasione della Giornata della foresta pluviale, il 14 settembre, l’Associazione per i popoli minacciati (APM/GfbV) chiede con urgenza la protezione completa delle popolazioni indigene che vivono in isolamento volontario in Sud America. Le foreste tropicali non sono solo essenziali per la protezione del clima e aree ricche di biodiversità, ma anche luoghi di rifugio per comunità con culture uniche che non hanno contatti con la società maggioritaria. Se non proteggiamo questi ultimi popoli che vivono in isolamento, perderemo irrimediabilmente interi mondi.
I popoli che vivono in isolamento volontario sono spesso definiti “non contattati”, poiché evitano il contatto con la società maggioritaria e si sono ritirati in zone remote della foresta difficilmente accessibili. Ciò avviene solitamente a seguito di espulsioni, tentativi di evangelizzazione o violenze. La definizione di “non contattati” è problematica, poiché non rappresenta correttamente gli effetti negativi dei contatti precedenti e i pericoli di nuovi tentativi di contatto.
Senza la tutela giuridica delle aree protette, i popoli che vivono in isolamento volontario sono estremamente minacciati da malattie, violenze e conflitti territoriali. Queste minacce sono a loro volta causate dalla deforestazione, dall’estrazione mineraria illegale, dal traffico di droga e da progetti infrastrutturali su larga scala. Solo la settimana scorsa, il 5 settembre 2025, il Congresso peruviano ha respinto la creazione della Riserva Indigena Yavari Mirim, pianificata da tempo, un’area protetta di 1,17 milioni di ettari (circa le dimensioni del Gambia) che avrebbe dovuto proteggere cinque popolazioni che vivono in isolamento (Matses, Matis, Korubo, Kulina-Pano, Flecheiro/Tavakina) che vivono in isolamento nella regione amazzonica. La decisione ha suscitato indignazione tra le organizzazioni indigene e i gruppi per i diritti umani, poiché mette ulteriormente a rischio l’esistenza di queste comunità nella loro forma attuale. È un segnale fatale: il Perù non sta adempiendo alla sua responsabilità di garantire sia i diritti delle comunità indigene sia la protezione della foresta pluviale, importante a livello globale.
Le minacce alle popolazioni che vivono in isolamento volontario non si limitano al Perù. Anche in Brasile e Bolivia, influenti interessi economici e la mancanza di consapevolezza pubblica ostacolano la creazione di riserve protette. I diritti di protezione dei popoli indigeni vengono sempre più svuotati di significato, mentre gli interessi delle lobby del legno e delle materie prime hanno la precedenza. Anche i crescenti tentativi di evangelizzazione da parte di gruppi fondamentalisti cristiani come New Tribes/Ethno360 rappresentano un grave pericolo per le comunità indigene.
L’APM/GfbV esorta il Perù a garantire una protezione completa degli habitat di tutti i popoli che vivono in isolamento. Bisogna impedire che queste comunità entrino in contatto con estranei contro la loro volontà: ogni contatto deve essere da loro stessi avviato. È urgente e necessario porre immediatamente fine allo sfruttamento industriale nei loro territori, garantire la tutela giuridica delle aree protette esistenti e previste, come nel caso della riserva Yavari Mirim in Perù, e rafforzare in modo significativo le misure di protezione statali. La protezione delle foreste tropicali non riguarda solo il clima e la conservazione delle specie, ma anche la protezione dei popoli più vulnerabili della Terra.