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30 anni dal rapimento del Panchen Lama da parte della Cina (17 maggio). L’Europa deve impegnarsi per il rilascio dell’autorità spirituale tibetana

Bolzano, Göttingen, 15 maggio 2025

Tenzin Gyatso, attuale 14. Dalai Lama. Foto: Christopher Michel, CC BY 2.0.

In occasione del 30. anniversario del rapimento del Panchen Lama tibetano, della sua famiglia e del suo insegnante, avvenuto il 17 maggio 1995, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede ai governi europei di intensificare gli sforzi per ottenere il suo rilascio. Gedhun Choekyi Nyima aveva sei anni quando il governo cinese lo fece sparire. Solo il governo cinese sa cosa sta facendo, dove vive o se è ancora vivo. Per i tibetani, il Panchen Lama è la seconda autorità spirituale dopo il Dalai Lama. Il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del fanciullo e il Comitato delle Nazioni Unite contro le sparizioni forzate hanno ripetutamente chiesto, senza successo, al governo cinese di pubblicare informazioni sulla sorte del 36enne.

Il caso del Panchen Lama è solo un esempio degli sforzi del governo cinese per mettere sotto il suo controllo il buddismo tibetano e i tibetani. Le sparizioni forzate, le persecuzioni religiose e la distruzione dei monasteri, la soppressione della lingua tibetana, le separazioni familiari e i collegi forzati per i bambini tibetani costituiscono i più gravi crimini contro l’umanità. Inoltre, il governo cinese sta cercando di persuadere gli altri Stati a non usare più il termine “Tibet” e a usare invece il termine cinese “Xizang”. Tuttavia, questo termine descrive solo l’area della Regione autonoma del Tibet istituita dal governo cinese e non l’intero altopiano tibetano. Questa ridenominazione fa parte di un tentativo di cancellare l’identità, la cultura e la storia tibetana indipendente. Si vuole creare l’impressione che il Tibet sia sempre appartenuto alla Cina, il che non è vero. I governi stranieri dovrebbero quindi usare coerentemente il termine “Tibet”.

Dopo il rapimento di Gedhun Choekyi Nyima 30 anni fa, il governo cinese ha nominato un ragazzo di nome Gyaltsen Norbu come 11. Panchen Lama. Il figlio di funzionari comunisti è al servizio di Pechino come fantoccio per l’apparente libertà religiosa e viene dipinto dai media statali come il “leader del buddismo tibetano”. Il governo cinese si sta sistematicamente preparando alla morte del 14. Dalai Lama, che quest’anno compie 90 anni. Vuole insediare un successore che segua le istruzioni di Pechino e continui a diffondere le bugie del governo cinese sulla devastante situazione dei diritti umani in Tibet. Per raggiungere questo obiettivo, il Partito Comunista strumentalizzerà il Panchen Lama nominato nel tentativo di nominare un Dalai Lama fedele a Pechino. Pechino ha già dichiarato che le reincarnazioni nel buddismo tibetano sono una questione di Stato: sono permesse solo dopo il riconoscimento da parte delle autorità statali. Il Dalai Lama, che compirà 90 anni nel luglio di quest’anno, ha dichiarato nel suo ultimo libro che il suo successore nascerà fuori dalla Cina.