Bolzano, Göttingen
La scrittrice e critica letteraria Gun-Britt Sundström si è dimessa lo scorso 2 dicembre dal Comitato dell’Accademia svedese che assegna il Premio Nobel per la letteratura criticando, tra le altre cose, l’assegnazione del premio a Peter Handke. Il conferimento del premio allo scrittore austriaco ha causato proteste e indignazione mondiale a causa delle posizioni di Handke sulla guerra in ex-Jugoslavia. Handke non solo ha ripetutamente manifestato la sua simpatia per l’ex-presidente della Serbia e della Jugoslavia Slobodan Miloševic, morto mentre era sotto processo al Tribunale penale internazionale per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, ma ha anche negato il massacro di ottomila uomini e ragazzi di Srebrenica e ha relativizzato e giustificato i crimini contro l’umanità commessi dalle unità paramilitari serbe.
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) vuole ringraziare la scrittrice svedese che, con le sue dimissioni, ha dimostrato pubblicamente la sua integrità morale e ha tributato rispetto alle vittime e ai sopravvissuti del genocidio in Bosnia. L’APM ha criticato l’assegnazione del premio Nobel a Handke sostenendo che “la credibilità del comitato Nobel è stata profondamente messa in discussione”, e insieme a diverse associazioni di sopravvissuti della guerra in Bosnia chiede allo scrittore austriaco di scusarsi con le vittime dei crimini di genocidio in Bosnia e di prendere pubblicamente le distanze dal regime criminale di Slobodan Milosevic.
Oltre a Gun-Britt Sundström si è dimesso dallo stesso comitato anche lo scrittore Kristoffer Leandoer che ha detto che l’Accademia ci sta mettendo troppo tempo a riformarsi dopo gli scandali dello scorso anno.